Le font sono i caratteri tipografici che usiamo per scrivere e leggere testi su diversi supporti, come carta, schermo, cartelloni pubblicitari, ecc. Le font sono un elemento fondamentale del design grafico, perché influenzano l’aspetto, lo stile e la leggibilità dei nostri messaggi. Esistono migliaia di font diversi, ma possiamo raggrupparli in due grandi categorie: serif e sans serif.
Cosa sono i serif?
I serif sono quegli allungamenti o decorazioni che si trovano alle estremità delle lettere. Il termine deriva dal francese “serif”, che significa “linea”. I serif hanno origine nell’antica Roma, dove gli scalpellini incidevano le lettere su pietre o monumenti e aggiungevano dei tratti finali per facilitare il lavoro e rendere le lettere più armoniose. Con l’avvento della stampa, i serif sono diventati parte integrante dei caratteri tipografici, conferendo loro eleganza e distinzione.
Cosa sono i sans serif?
I sans serif sono i caratteri che non hanno i serif, cioè sono privi di qualsiasi allungamento o decorazione alle estremità delle lettere. Il termine deriva dal francese “sans”, che significa “senza”. I sans serif sono associati alla modernità, alla semplicità e alla pulizia. Sono nati nel XVIII secolo, ma hanno avuto la loro massima diffusione nel XX secolo, con l’avvento dell’industria, della pubblicità e dei nuovi media.
Qual è la differenza tra serif e sans serif?
La differenza tra serif e sans serif non è solo estetica, ma anche funzionale. Infatti, i due tipi di font hanno diverse caratteristiche di leggibilità, a seconda del supporto e del contesto in cui vengono usati. In generale, possiamo dire che:
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- I font serif sono più adatti per i testi stampati su carta, perché i serif aiutano a guidare l’occhio lungo le righe e a distinguere le lettere, soprattutto in scala ridotta. I font serif trasmettono anche un senso di autorevolezza, professionalità e tradizione. Esempi di font serif sono il Times New Roman, il Bodoni e il Garamond.
- I font sans serif sono più adatti per i testi da visualizzare a schermo, perché i sans serif sono più nitidi e chiari, anche a bassa risoluzione. I font sans serif trasmettono anche un senso di modernità, minimalismo e innovazione. Esempi di font sans serif sono l’Arial, il Verdana e l’Helvetica.
Come scegliere tra serif e sans serif?
La scelta tra serif e sans serif dipende dal tipo di messaggio che vogliamo comunicare, dal pubblico a cui ci rivolgiamo e dal mezzo che usiamo. Non esiste una regola fissa, ma possiamo seguire alcuni consigli:
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- Considera il tono e lo stile del tuo testo. Se vuoi dare un’immagine seria, formale e istituzionale, opta per un font serif. Se vuoi dare un’immagine dinamica, informale e creativa, opta per un font sans serif.
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- Considera il supporto e la dimensione del tuo testo. Se devi stampare un libro, una rivista o un documento, usa un font serif, che facilita la lettura prolungata. Se devi creare un sito web, una presentazione o un logo, usa un font sans serif, che si adatta meglio allo schermo e alle dimensioni variabili.
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- Considera il contrasto e la combinazione dei font. Puoi usare sia font serif che sans serif nello stesso progetto, purché creino un contrasto armonico e non confondano il lettore. Ad esempio, puoi usare un font serif per i titoli e un font sans serif per il corpo del testo, o viceversa. Puoi anche usare font appartenenti alla stessa famiglia, ma con varianti di peso, larghezza o stile.